Benji & Fede lanciano il loro nuovo disco «Good Vibes»
Benji & Fede presentano il loro nuovo album a Zurigo e ci raccontano del confronto generazionale, degli inutili "mi piace" e di come sognano di vedersi tra 30 anni.
Hanno collezionato quasi 60 milioni di visualizzazioni per il brano "Dove e Quando" - triplo disco di platino - che li ha trascinati nell'olimpo dei pezzi più ascoltati degli ultimi mesi in Italia, in Germania e Svizzera. Benji e Fede si stanno costruendo un futuro nel panorama discografico italiano che appare indirizzato in una strada tutta in discesa. La loro forza? Un legame che, ci confermano, è bilanciato e basato sull'amicizia e il rispetto reciproco. Un duo, quindi, nato spontaneamente e cresciuto senza forzature esterne. E di questi tempi, non è un risultato scontato. Il loro nuovo biglietto da visita è il brano "Sale" contenuto nell'album "Good Vibes" uscito ad ottobre. E' stato realizzato grazie ad un grande lavoro di squadra tra produttori internazionali e team emiliano. L'album ha acquistato delle nuove sonorità rispetto ai precedenti lavori senza allontanarsi troppo e tradire il marchio "Benji e Fede". Il duo ci garantisce un lavoro sorprendente e accurato che vede anche featuring sia con nuovi talenti che con voci note italiane come Shari, Nek, Rocco Hunt e Tormento. Un progetto che gli appartiene, ma in cui si noterà un nuovo passo per una visione musicale da una prospettiva diversa da quelle precedenti. «Un progetto piacevole, che ci ha entusiasmato e ricco di sorprese» affermano i due cantanti. Nella sede della Warner Music di Zurigo si è parlato di questo nuovo album, ma anche di altro. Inizia la nostra intervista.
Ragazzi, la vostra ultima hit ha 60 milioni di visualizzazioni e 13 mila commenti su Youtube. Tra questi c'è un trend che rispecchia la moda del momento: troppi utenti a caccia di like personali che non lasciano commenti costruttivi. Fede risponde: «lo abbiamo notato ed è un fenomeno che è scoppiato soprattutto quest'anno. Un commento come "metti il like se sei appena uscito da scuola" è solo una tattica per accaparrarsi più like possibili e vantarsi con gli amici di questo effimero risultato. Non si possono neanche catalogare nei commenti perché non c'entrano nulla con il video messo in rete. E' un'autocelebrazione inutile, un fenomeno che non deve essere sottovalutato. Si buttano su una piazza ad alta visibilità per avere una fetta impercettibile del successo altrui. Non c'è interazione». Benji aggiunge: «è un problema soprattutto degli adolescenti che cercano conferme in rete solo con i "like" come se fossero dei valori assoluti per differenziarsi dagli altri. Penso sia positivo che Instagram abbia tolto la visualizzazione del numero di like perché si ritorna ad una valutazione di un post, di una foto, di un commento per la qualità e non per la quantità di pollici alzati ricevuti».
Questo fenomeno è indubbiamente una conseguenza della vostra grande popolarità. Parte di questo successo puo' essere dato anche dal vostro atteggiamento pulito e sano, lontano dalle provocazioni di altri esponenti musicali giovani? Benji: «Sul palco si sale cantando e suonando, ma bisogna metterci la faccia. Sicuramente aiuta avere un aspetto rassicurante e una personalità magnetica. Le buone vibrazioni sono fondamentali, essere positivi è basilare». Una sorta di effetto "Gianni Morandi" ? Fede: «lui ha sempre avuto la faccia da bravo ragazzo, ma è la positività che lo ha contraddistinto oltre al talento. Lo stimiamo molto per aver mantenuto nella sua carriera queste caratteristiche. È un amico».
Parlando di artisti di lungo corso, voi avete collaborato con cantanti come Max Pezzali e Nek. Oltre ad accettare consigli paterni quanto è importante scambiarvi opinioni sulla musica vista da generazioni diverse? Fede: «io percepisco un buon confronto. Il mondo della musica di oggi, dei diversi canali di distribuzione, risulta sempre interessante per un artista navigato. E' stimolante affrontare le tematiche di generazioni distanti tra loro partendo dal modo in cui noi siamo riusciti ad emergere perché è molto diverso da quello che poteva essere l'iter dei nuovi talenti di 25 anni fa». Benji: «è uno scambio reciproco e soprattutto paritario. Da parte nostra c'è un enorme rispetto, da parte loro c'è l'interesse di capire come si muovono le nostre generazioni. Gli inizi sono difficili per tutti, anche noi suonavamo per 50 euro nei locali 5 anni fa però l'evoluzione discografica, i canali di distribuzione sono cambiati. Noi non abbiamo neanche avuto la spinta della vittoria di un talent show».
A proposito di incontri tra nuove e vecchie voci, vi ingolosisce il palco dell'Ariston? Fede: «sono sazio, grazie». Benji: «per ora no, siamo concentrati su altri progetti. Non fa per noi adesso, abbiamo un bell'album da presentare e un tour da affrontare. Per quanto siamo consapevoli della vetrina che offre Sanremo per ora non siamo interessati».
Facciamo un gioco. Immaginatevi qui, in un giorno di inizio ottobre tra 30 anni. Vorreste essere reduci, da protagonisti, di quale tra questi eventi: da un concerto da record mondiale come Modena Park; da un tour insolito come il Jova beach party; da una serie di serate nei club per pochi intimi come solo De Gregori puo' permettersi? Benji e Fede: «pur stimando De Gregori e Jovanotti che si è inventato questo nuovo format sprigionando energia, noi ti diciamo che siamo cresciuti al parco Ferrari e non potrebbe essere che Vasco! Al "Modena park" ci andavamo a correre, ci stavamo con la ragazza. Sarebbe un sogno davvero incredibile!» In 30 anni tutto puo' succedere. In bocca al lupo, quindi, ragazzi!
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