Aggiornamento: 4 mar 2020
Dal 20 dicembre sarà proiettato nella Svizzera tedesca il film «Ein geliebter Feind - Un nemico che ti vuole bene» con protagonista Diego Abatantuono e attori come Sandra Milo, Massimo Ghini e Antonio Catania.

Prefazione
Una notte di pioggia il professore Enzo Stefanelli salva la vita a un giovane ferito da un'arma da fuoco. In cambio l'uomo colpito, un killer di professione, gli promette di trovare e uccidere un suo nemico, chiunque esso sia. Anche se Enzo insiste nell'affermare di non avere un nemico, il giovane si mette a cercarne uno, creando il caos nella vita del professore. Dapprima scettico, finalmente Enzo apre gli occhi sulla sua vita e sulle persone che lo circondano…

Intervista col regista
Abbiamo discusso della trama del film con il regista Denis Rabaglia che sottolinea quanto il film sia poco convenzionale: "Abbiamo voluto fare un film divertente- dichiara il regista- ma che associasse anche un po' di drammaticità. Il racconto è avvenuto realmente in Georgia ma la mafia in questo caso è stata raccontata con ironia in un dilemma personale che svela il meccanismo mafioso ma con un esito diverso". Il film mostra una mafia atipica e un po' surreale anche se sempre drammatica. La narrazione si concentra su un personaggio, quello del killer, ambiguo, controverso e seduttore che avrà un ruolo chiave nelle vicende della famiglia del professor Stefanelli. Il regista prosegue: "Diego Abatantuono, ha contribuito nello sviluppo della sceneggiatura. Per lui è stato facile trasformare alcune scene in una commedia vivace grazie alla sua esperienza. Non ha stravolto il copione ma ha saputo aggiungere quella vena comica recitata di cui è maestro. Siamo stati fedeli alla costruzione narrativa ma creando un po' di leggerezza in più. Alla fine si riuscirà a capire chi è il nemico ma sarà una scoperta introspettiva per un protagonista che non vuole accettare e vedere la realtà per come è veramente. E' un film di giochi di ruolo con un finale che lascia la possibilità di riflettere, di giudicare i vari personaggi sia nel contesto del film sia nel contesto reale. Una tematica che ho già sviluppato nel film Azzurro in cui recitava Paolo Villaggio." Il successo del film è dunque il sapersi riconoscere non nella trama ma nell'aspetto intimo di alcuni protagonisti, un comun denominatore dei film di Denis Rabaglia che svela sistematicamente quali sono i meccanismi conflittuali personali e famigliari in cui possiamo rivederci. Anche analizzarci, in fondo. Abbiamo chiesto, come curiosità da profani, quali sono le attenzioni di un regista durante la visione della prima visione del suo film e la risposta è stata chiara: "Il film è nato con il dubbio del genere a cui appartiene, non è una commedia ma neanche un dramma. Durante la proiezione a Locarno ero attento a cercare di capire cosa gli spettatori si aspettassero e in quali scene erano più coinvolti sia ridendo o intrigandosi…Avevamo dei punti precisi da verificare anche per mia soddisfazione soprattutto al fatto di portare il pubblico in una determinata direzione" In questo lungometraggio sia Paolo Villaggio che Abatantuono hanno interpretato dei ruoli con una vena di malinconia. La conclusione del regista è stata la volontà di far uscire questa personalità: " Io non essendo italiano, non sono soggetto ad avere un'unica concezione della personalità di questi attori. Non consideravo Paolo Villaggio solo come Fantozzi. Questo mi ha aiutato a far uscire da questi artisti una vena non usuale. E per questo più interessante e intrigante."
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