Quinto vizio capitale: Gola
- Tatiana Gaudimonte
- 16 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Una delle frase che sento più spesso dai miei clienti (in genere detta ad occhi bassi e con atteggiamento contrito come se fossero in confessionale) è: “Ma sa, dottoressa, io ho il brutto difetto di essere golosa/o!” oppure anche “lo so che sbaglio, mi faccio fregare dalla golosità!”. Insomma, quella voglia irresistibile che ci porta ad arraffare di nascosto due (o dieci) cioccolatini o afarsi un panino al formaggio appena rientrati dall’ufficio, viene spesso vista come una mania esecrabile, di cui vergognarsi, una specie di condanna da cui è impossibile salvarsi.
Iniziamo subito a dire che la ricerca di cibi zuccherini o che comunque causino un rapido rialzo dei livelli di zucchero nel sangue è innata ed è il risultato di una spinta evolutiva che ha selezionato, tra i nostri progenitori, proprio quelli più “golosi”.
Provate a pensarci: a quell’epoca la giornata era tutta trascorsa a procacciarsi il cibo: chi non si nutriva abbastanza era destinato a morire presto o comunque non aveva la forza (e/o la voglia) di riprodursi. Chi invece era più bravo a trovare cibi ricchi di energia (frutta matura, radici dolci, miele rubato ad api furiose) era più in forze, più sano e diventava un riproduttore migliore. Insomma, noi siamo figli dei cavernicoli più golosi! Ma com’è cambiata oggi la disponibilità di cibo! Cibi zuccherini sono a disposizione di tutti e senza fatica, a portata di frigo o di scaffale.

Come fare per resistere?
Le vie da percorrere sono essenzialmente due. Innanzitutto è importantissimo non affamarsi durante i pasti principali. A partire dalla colazione, fare un pasto veramente saziante e completo di tutti i nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, fibre, vitamine e sali minerali) ci consentirà di arrivare senza problemi al pasto successivo. Può sembrare complicato, per chi da anni è abituato a bere solo un caffè appena sveglio, ma recuperare gradualmente il gusto di una colazione abbondante al mattino è il primo passo verso la “liberazione” dalla dipendenza di mangiucchiare tra un pasto e l’altro.
Una volta impostata per bene la colazione, pranzo e cena saranno di conseguenza più facili da ridisegnare secondo gli stessi principi.
Il secondo “trucco” è una graduale rieducazione al gusto. Siamo attorniati da cibi raffinati, edulcorati, aromatizzati, colorati, al punto da non riuscire più a distinguere cosa è davvero gustoso. Spesso ci nascondiamo dietro la frase “ma la frutta e la verdura non hanno più il sapore di una volta”. In parte è vero, ma pensateci bene: una volta si consumavano quasi esclusivamente cibi naturali, quindi era il nostro senso del gusto a non essere “ingannato” dai prodotti industriali, ecco perché un’albicocca o un pomodoro erano così buoni!
Provate a riassaporare i sapori “veri” e gradualmente vi libererete dal cruccio della vostra golosità!
Per guidarvi nel percorso, sono a vostra disposizione!
Gustosi dalla vostra consulente nutrizionale
(Foto di Edouard Jausions da Pixabay)
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